Che ore sono da voi?

Ho curato per  Giangiacomo Feltrinelli Editore una scelta dei grandi racconti di Antonio Tabucchi. L’abbiamo chiamata “Che ore sono da voi?” – come una domanda che lui, dal suo altrove, pone a noi.
Ci sono due inediti e alcuni dei più bei testi scritti fra il 1981 e il 2011. Trent’anni di storie, un timbro inconfondibile. Per i molti che conoscono solo “Pereira” sarà una scoperta. E per chi non li legge da anni, una riscoperta.
È stato uno dei pochi autori italiani capaci di varcare frontiere internazionali, di farsi amare nel mondo, di farsi riconoscere nel mondo, non somigliando a nessuno. Aprite e leggete il primo racconto, “Lettera da Casablanca”, e ditemi se non è un piccolo capolavoro.

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In un tardo pomeriggio di primavera, a Parigi, mentre cucinava del pesce, mi aveva chiesto di sedermi al computer e di trascrivere un racconto a cui stava lavorando. Non sono sicuro di riuscire a orientarmi fra le correzioni, gli avevo risposto.
Te lo detto io, mi ha rassicurato.
E così, dalla cucina, Tabucchi faceva a voce il suo racconto; e c’erano gli a capo, e le virgole, i due punti, gli aggettivi che, se gli suonavano male, mi faceva cancellare. Fuori, nel frattempo, era diventato buio. E io avevo acceso le luci, lui aveva spento i fornelli, e si era affacciato per guardare il racconto che aveva preso forma sullo schermo del mio computer.
Che te ne pare?, mi ha chiesto.
Preoccupato di avere fatto qualche errore, gli ho chiesto di darmi le sue carte per controllare.
Quali carte?
Mi ha sorriso – il suo sorriso divertito, giocoso. Poi ha detto: la cena è pronta. Ho cercato i fogli, ho insistito: da dove l’hai letto?
Dalla mia testa, ha risposto.

Antonio Tabucchi, Che ore sono da voi? Feltrinelli

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Il podcast – La voce di Tabucchi

Nell’archivio della casa editrice Feltrinelli abbiamo ritrovato tre dialoghi con la voce viva del grande scrittore. Un’occasione per ascoltare davvero Tabucchi ed emozionarci. Perché – come lui stesso scriveva – la voce è un mistero. “Voce, vita. I fonologi sostengono che la voce imita il ritmo vitale, perché segue il principio della respirazione. Ogni frase che pronunciamo nasce, cresce, si stabilizza, decresce, muore. Respira con noi. La voce crea, la voce salva. La voce ha un potere magico”.

“La voce di Antonio Tabucchi” 

E poi dappertutto, in tutti i luoghi della terra

Un ricordo di Antonio Tabucchi

Una cosa che mi sarebbe piaciuto chiedergli e non gli ho mai chiesto, è quando e perché avesse deciso di tagliarsi i baffi. Come mostrano numerose fotografie, il modo di portarli lo faceva somigliare al poeta della sua vita, Fernando Pessoa. C’erano anche gli occhiali tondi, proprio come quelli di Pessoa – tradotto, studiato, narrato come un fantasma da incontrare a Lisbona sul Molo di Alcantara a mezzanotte, rievocato immaginando i suoi ultimi giorni e perfino i suoi sogni. (altro…)